“Un’isola affascinante che non si sa come raggiungere: così vedo la mia Basilicata, da trovare un po’ come canta Bennato, dopo la seconda stella a destra”. Riprendendo un vecchio articolo pubblicato su Profumo di Svolta e datato anno 2016 (qui l’articolo) il tema dei trasporti in Basilicata sembra non essere risolto. Troppo bella, troppo piccola e troppo mal collegata. Da diverse settimane, è tornata attuale la questione trasporti in Basilicata, sia quelli Regionali tra paesi e capoluogo e soprattutto i collegamenti interregionali con il riacceso caso della Freccia Rossa. Non tutti, però, sono a conoscenza di una novità: dal primo dicembre 2019 la Basilicata sarà privata di un altro collegamento, questa volta su gomma, la tanto vecchia e amata “corriera”.

La società Marozzi V.T. ha infatti ceduto al colosso Flixbus la tratta sovvenzionata e approvata dalla Regione Basilicata con partenza da Matera e capolinea Pisa e viceversa. La tratta in questione interessa le fermate di Matera, Ferrandina scalo, Grassano scalo, Campomaggiore, Potenza e Picerno con le seguenti destinazioni: Siena, Firenze, Prato, Pistoia e Pisa, centri nevralgici in campo universitario, medico e non solo. Il servizio, garantito per tutti i trecentosessantacinque giorni all’anno, offre una soluzione di viaggio ai tanti pendolari che, penalizzati dallo scarso servizio ferroviario e troppo lontani da aeroporti (soprattutto in Basilicata) optano per l’autobus, con dei buoni tempi di percorrenza. Ogni giorno, contemporaneamente, un bus parte per la Toscana e un altro dalla parte opposta con destinazione Basilicata, un servizio di collegamento che, anche se su gomma (siamo nel 2019!), ben collega la nostra Regione con le città del centro-nord. Non è un caso, la questione è stata presa a cuore anche dal Rettore dell’Università senese il quale si è preoccupato degli imminenti disagi per gli studenti e ha prontamente scritto alla società responsabile delle nuove tratte. Dati alla mano, la tratta è mediamente percorsa da circa venticinque passeggeri giornalieri, naturalmente con i suoi picchi e valli che nei giorni prefestivi costringono l’azienda ad incrementare il servizio con corse bis che non riescono a soddisfare tutta la domanda. Con il cambio di gestione e la conseguente variazione di orari e durata dei tempi di percorrenza ma irrisoria differenza di prezzo ci sarà un’ evidente ricaduta negativa su diverse categorie di cittadini lucani, a partire dagli universitari ma soprattutto per gli anziani (la maggior parte dei fruitori del servizio). Il viaggio, con la nuove tratte, diventa impossibile, con l’aumento dei tempi di percorrenza e cambi e soste prolungate in grandi città nel pieno della notte. La questione viene evidenziata da un gruppo di professionisti lucani residenti a Siena e Pisa. Il silenzio della classe politica regionale è per noi preoccupante!

Rocco, imprenditore residente da ormai 26 anni a Siena: era il lontano 1993, era il mio primo anno
universitario. La scelta non facile di trasferirmi a Siena, soprattutto per le tante difficoltà di collegamento.
Negli anni Novanta per raggiungere la città toscana erano necessari minimo tre cambi di treno: da Grassano
a Salerno, poi Roma, ancora per Chiusi e infine Siena, lo chiamavamo il viaggio della speranza. Alle soglie
del 2000 è stata istituita la tratta su gomma, contesa tra Marino e Marozzi, poi vinta da quest’ultima, che
collegava la Basilicata alla Toscana, tratta diventata sempre più importante per le tante opportunità non
solo universitarie ma anche per la sanità e in campo lavorativo. Il forte legame che conservo con la mia
terra lo devo un po’ anche alla Marozzi che mi ha sempre permesso di trascorrere un semplice fine
settimana a casa con la famiglia e gli amici; un servizio utilizzato dai tanti insegnanti e lavoratori toscani ma
con la famiglia in Basilicata. La mancanza di questo servizio ci proietta indietro nel tempo di almeno venti
anni e stiamo parlando solo di un autobus.

Domenico, medico stimato nella città senese ma con un cuore lucano e orgoglio calcianese: da noi il
mondo è lontano. Così scrive Mario Trufelli e questo è quanto i nostri ragazzi, venuti in Toscana in cerca di
una occasione di crescita culturale, lavorativa e di riscatto, sentono ogni volta che un imprevisto, una
notizia o un provvedimento piovuto dal cielo li allontana dalla propria “casa”. Il bisogno, esplicitato per i
corridoi e nelle aule universitarie, è quello di avere la possibilità di poter raggiungere senza altri sacrifici i
propri cari. Il richiamo della propria Terra è per ogni Lucano forte, imprescindibile, drammaticamente
urgente quando c’è la necessità di riunirsi alla famiglia di origine in occasione delle Feste. L’emigrazione
lucana ha visto partire intere famiglie, generazioni di figli e figlie. È necessario poter permettere ad un
genitore, per lo più anziano, di raggiungere i propri cari nel modo meno faticoso possibile.

Michele Presidente dell’associazione dei lucani a Pisa: Come diceva Leonardo Sinisgalli: “Lucano si nasce e si
resta”. La nostra, purtroppo, è una Regione di emigranti, per nuove opportunità di studio o necessità
lavorative. Ognuno di noi ha la Basilicata nel cuore, un forte senso di appartenenza, un legame profondo
con la propria terra natia, fatto di ricordi, odori, sapori, sensazioni ma anche di rabbia. Quello con la
Basilicata è un legame inscindibile, per cui ogni tanto bisogna anche far sentire la nostra voce per difendere
i nostri diritti, di Lucani che vivono lontano dai propri luoghi d’origine e vogliono tornare a casa per
riscoprire le proprie radici! La questione è sollevata da un gruppo di donne e uomini lucani, professionisti,
lavoratori, pensionati e studenti, residenti a Siena e Pisa.

Giuseppe, vice dirigente dell’ Università di Siena: vivo a Siena da 35 anni, città che mi ha accolto come
studente e che ha consentito la mia crescita professionale. Per me la Basilicata continua a rappresentare la
terra promessa, un luogo bellissimo, ma difficile da raggiungere. Se é vero che lo storico isolamento del
nostro territorio ha rappresentato una sorta di protezione dello stesso, non si può fare a meno di
evidenziare che la sua sopravvivenza dipende fondamentalmente dalla capacità di collegarlo al resto del
Paese. Tanto più se il futuro della Lucania dipende, come penso, dalla sua capacità di accogliere i propri figli
che con sacrificio si sono formati ‘fuori sede’ ed hanno acquisito competenze da poter mettere a frutto
nella nostra Regione. Il mio auspicio è che ciascuno, secondo le proprie possibilità ed il proprio ruolo,
intervenga affinché non si perda l'<<autobus>> per la Basilicata.

Non è un caso che il gioco di Generazione Lucana “Regenerace 2049” immagina una regione Basilicata che
nel 2049 non esiste più, dove i giovani partono e non posso più tornare e gli anziani non si possonono più
curare.

“Ritornerai?” il Murale di Andria dedicato ai giovani che emigrano dal Sud