(Gazzetta del Mezzogiorno, giovedì 21 Febbraio 2019)


La Basilicata secondo gli studenti 

E’ un’epoca in cui tutto deve convergere verso l’unità, d’intenti, di visione, di missione: non è più possibile rimandare alcune scelte importanti che garantiscano una nuova armonia, un nuovo equilibrio tra individui ed ecosistemi. In nome di un mondo più felice, quasi utopico, sono state fatte tutte le rivoluzioni possibili: rivoluzioni armate, rivoluzioni sociali e rivoluzioni culturali; tutte hanno contribuito a costruire parti di un mondo sempre migliore. Oggi, però, rimane da fare l’ultima vera rivoluzione, senza la quale non potremo proseguire la nostra evoluzione verso un mondo più equo: dobbiamo mettere in atto una rivoluzione delle coscienze, che permetta a uomini e donne, soprattutto ai giovani, di essere consapevoli che ognuno di noi ha una responsabilità grande nei confronti di sé stesso, degli altri e dell’ecosistema territoriale in cui vive. Per questi motivi è nata Generazione Lucana. Un processo lungo, in cui incontreremo non poche difficoltà. Un viaggio, un’avventura. Prima di partire per questo viaggio non avevamo granché nella nostra valigia: solo tanta caparbietà, volontà, un pizzico di follia e l’umile presunzione di voler cambiare il posto in cui abbiamo vissuto e dove vorremmo, un giorno, costruire il nostro futuro. Quale miglior modo per costruire un Paese migliore, se non quello di riattivare le politiche giovanili? così che la Basilicata possa essere, nuovamente, una regione a misura di giovane. Questa la nostra mission. E di Generazione Lucana non avremmo avuto bisogno se il mondo politico non avesse fatto tanti errori; se molti avessero avuto la lungimiranza di guardare al di là delle emergenze quotidiane, ora l’emergenza più grande non sarebbe un tessuto sociale giovanile che si è disgregato. Non potevamo prenderci sulle spalle la responsabilità di una intera generazione; non ne abbiamo l’autorevolezza. Così abbiamo avuto la necessità di vivere l’anima dei luoghi, soprattutto quelli che stanno scomparendo. Perché riteniamo che ogni singola persona, ognuno di quei ragazzi, ai confini della Regione Basilicata, sia un pezzo importante di questa maledetta terra. Ognuno di quei ragazzi incontrati ha una sua storia, sogni nel cassetto, e forti radici nel proprio paese. E abbiamo fatto loro una sola, semplice domanda: “Il tuo è un paese per giovani?”. Tutte le storie dei giovani lucani, in sede e fuori sede, che abbiamo ascoltato, tutte le loro emozioni, i sogni, le ambizioni e soprattutto la loro idea di Basilicata, grazie alla Gazzetta del Mezzogiorno, potranno prendere vita; su un cartaceo che ha fatto la storia del territorio appulo lucano. Vogliamo riscrivere quella storia in chiave giovanile grazie alle parole dei ragazzi e delle ragazze, degli studenti e delle studentesse, che amano chiamarsi lucani.

Il bisogno di un patto tra generazioni – Raffaele Vitulli 

I giovani hanno bisogno di mentori e di sostenitori, di persone che hanno acquisito esperienza e che sono disposti a regalare una parte del loro tempo agli altri. Di persone che fanno da guide e da punti di riferimento senza chiedere nulla in cambio, per spirito sussidiario e di responsabilità sociale. Per diventare mentori, bisogna aver avuto dei mentori, delle persone che ci hanno ispirato e seguito nella nostra vita: durante la mia vita ho avuto molti mentori, persone che mi hanno sostenuto, mi hanno guidato e mi hanno permesso di accelerare la mia crescita personale e professionale.Per trovare dei mentori bisogna uscire fuori dal contesto familiare e, molto spesso, dal contesto sociale e culturale in cui si vive. Un mentore è un modello che ci può ispirare e lo possiamo seguire in molti modi differenti. Magari ci saranno mentori che non incontreremo mai di persona, ma che conosceremo solo grazie ai loro scritti, oppure alle loro videoconferenze su youtube. Ma ci sono mentori che dovranno supportarci, guidarci e accompagnarci per un pezzetto della nostra vita. Queste persone le dovremo incontrare, dovremo vivere e lavorare al loro fianco, cercando di prendere il meglio da loro, senza sentirci in debito e senza pretendere più di quanto non vorranno darci. Un mentore può essere più vecchio o più giovane di noi, non ha molta importanza: quello che conta è l’esperienza maturata in un determinato campo o nella vita. Ovviamente l’età porta saggezza, capacità di discernimento, pensiero critico e una visione della vita più pragmatica e concreta. Per questo consiglio di avere punti di riferimento che hanno queste caratteristiche. Le politiche giovanili servono anche a migliorare il sistema di mentoring in un territorio, perchè oltre a favorire l’incontro tra giovani ed educatori, coinvolgono l’intero ecosistema socio-culturale e facilitano la convivenza tra le vecchie e le nuove generazioni. Prima ancora di pensare a come supportare i giovani o a come strutturare le politiche giovanili in Basilicata, bisogna partire da un impegno, che dobbiamo prendere tutti, giovani e meno giovani, per costruire punti di incontro, scambio reciproco tra generazioni, che possa essere proficuo per i ragazzi (che troveranno supporto e orientamento) ma anche proficuo per imprenditori, dirigenti del Terzo Settore e della Pubblica Amministrazioni, politici, educatori, insegnanti e molti altri, che troveranno nuovi stimoli, spunti e idee per nuovi progetti e, soprattutto, nuova forza vitale e una rinnovata sensazione di essere utili a loro e ai loro fi gli. Non possiamo demandare a persone esterne la responsabilità di guidare i giovani lucani (anche se si trattasse di esperti). E’ insieme che dobbiamo ricostruire il tessuto sociale e culturale lucano più a misura delle nuove generazioni

Com’ è nata Generazione Lucana? 

Quasi un anno fa, assieme ad alcuni amici lucani, ci siamo chiesti: qual è il destino dei giovani lucani? Quale sarà il destino della nostra terra? Una domanda che si sono fatti molti altri prima di noi, tra i quali molti attivisti non lucani, che poi hanno contribuito attivamente a cambiare parte del destino di questa terra. Noi non volevamo essere da meno: quindi, mossi dalla voglia di costruire il nostro futuro in Basilicata ma anche dalla voglia di essere partecipi del destino della nostra Regione, ci siamo convinti che era il momento di dare il nostro contributo. La nostra grande rabbia scaturiva dal fatto che, pur in un momento molto favorevole per la Basilicata, che gode oggi di una visibilità internazionale mai conosciuta prima, grazie anche alla straordinaria crescita di Matera quale meta turistica tra le più ambite nel panorama culturale internazionale, moltissimi giovani non riescono a trovare un ecosistema favorevole per studiare, lavorare e vivere in Basilicata. Ci siamo chiesti perché accade ciò, perché la Basilicata è una delle terre più afflitte dall’emorragia giovanile ed è uno degli ecosistemi meno ospitali per i giovani. La rabbia saliva ancor più nel sentire tutti i proclami che la politica e le istituzioni in generale continuano a fare parlando di giovani, quale risorsa vera su cui investire; ma in realtà nessuno ha costruito strategie efficaci tali da trasformare questi pensieri in azioni pratiche. Abbiamo sentito la necessità di intraprendere un nuovo percorso, una nuova visione condivisibile. Per questi motivi è nata Generazione Lucana, prima come gruppo informale, poi come associazione di scopo. Sin dal primo istante, è stata chiara la doppia missione che avremmo portato avanti, assieme a molti giovani attivisti lucani che pian piano si sono aggregati a questo progetto: connettere e ascoltare i giovani lucani, per comprenderne i bisogni e il potenziale inespresso; proporre una nuova stagione di politiche giovanili, per trasformare la Basilicata in una terra più a misura di giovani. E’ nata così l’idea del “primo raduno informale dei giovani lucani”, in sede e fuori sede: un momento aggregativo, di conoscenza, di condivisione e ascolto. Per far ciò abbiamo anche iniziato a costruire una rete virtuale dei lucani, in sede e fuori sede, per conoscere la risorsa più importante della Basilicata: le persone, le giovani menti sparse in regione e nel mondo. Per ricordare e ricordarci quanto ognuno di noi rappresenti una potenziale opportunità per l’altro, per creare nuovi percorsi e nuovi progetti, sia in sede che fuori sede.

Il metodo “Growth hacking” e il mondo giovanile che vi racconteremo 

Passando da un paese all’altro abbiamo conosciuto giovani fantastici, con tanta voglia di mettersi in gioco, abbiamo scoperto nuove e diverse realtà territoriali. Ogni paese e città, per quanto piccolo o grande, ci ha raccontato la sua storia, i suoi pregi, i suoi problemi. Il tour “Prendiamoci un caffè e parliamone insieme” ci ha permesso di riscoprire i comuni della Basilicata con una chiave di lettura differente, non da turisti. I giovani ci hanno raccontato la loro visione di Basilicata: partendo dallo studio, sia attraverso iniziative volte a permettere a tutti di esprimere la propria creatività e le proprie abilità. Una Regione in cui sperimentare nuove forme educative, nuove forme aggregative, nuove metodologie per aiutare i giovani a crescere sia nella sfera personale che professionale. Servono nuovi approcci, nuovi modi di pensare e di agire, utilizzando alcuni metodi innovativi, tra cui un metodo molto noto al marketing contemporaneo, il Growth Hacking, che letteralmente significa “concentrarsi sulla crescita (growth) ragionando fuori dagli schemi (hacking)”, promuovendo soluzioni efficaci e realizzabili, senza dispersioni di forze, di soldi e di tempo.